Decidere quale bottiglia di vino acquistare può essere difficile.

Alcune persone hanno già le idee chiare, preferendo vini di una zona specifica oppure di un’uva particolare. La maggior parte degli acquirenti invece non è così informata e quando sceglie una bottiglia di vino, come regalo o per una cena, lo fa principalmente in base all’etichetta.
Infatti, secondo un sondaggio di Wine News e Vinitaly del 2015, quando ci troviamo di fronte ad uno scaffale di un’enoteca o di un supermercato, l’efficacia comunicativa dell’etichetta e le informazioni riportate influiscono nella scelta fino a più del 70% nell’acquisto di un vino.

Ogni vino ha una caratteristica che lo rende diverso dagli altri: attraverso un’etichetta ben confezionata, possiamo raccontare la storia della sua terra d’origine e i valori di chi lo produce, facendola diventare un importantissimo strumento di marketing per le aziende che vogliono farsi conoscere anche da un pubblico meno esperto. In questo articolo parlerò della creazione dell’etichetta per bottiglie di vino, con alcuni suggerimenti e trucchi per renderla accattivante e in regola con le normative vigenti.

Conoscere il Target di riferimento
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Come in tutti i rami del marketing, è fondamentale conoscere il target di riferimento e la fascia di prezzo con il quale il prodotto uscirà.

Ad esempio, se il vino fosse pensato per una clientela giovane e il prezzo fosse contenuto, sicuramente dovremmo utilizzare un design moderno, con colori e font accattivanti. Se invece si dovesse trattare di un vino per una clientela più raffinata ed esperta e con un costo più alto, il design dovrà essere semplice, elegante e con font e illustrazioni che ne esaltino l’importanza.

Per entrambi i casi, l’etichetta deve essere semplice e al tempo stesso non banale, altrimenti il possibile compratore passerebbe facilmente oltre sullo scaffale.

Dimensioni
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Subito dopo aver chiarito il target è importante conoscere la forma e il formato della bottiglia a cui è destinata: l’etichetta infatti deve risultare sempre equilibrata e in armonia con il suo contenitore. Bisogna fare quindi attenzione proprio alle dimensioni dell’etichetta e di quello che andrà riportato al suo interno; sviluppare etichette troppo grandi per bottiglie di piccolo formato non ha molto senso e il risultato finale non sarà bello da vedere.

Altri elementi importanti sono sicuramente il tappo e la capsula, che dovranno essere coordinati con la bottiglia e l’etichetta. Possiamo quindi affermare che quando realizziamo un’etichetta per il vino in realtà stiamo realizzando un packaging quasi completo.

Normative
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Quando realizziamo un’etichetta per il vino, non possiamo non tenere conto di tutte le normative da rispettare, sia di design che per il corretto smaltimento dei rifiuti.
Le principali indicazioni obbligatorie in etichetta riguardano le dimensioni dei font. Infatti, a prescindere dal formato, nessun testo può essere più piccolo di 1,2 mm; tutte le informazioni principali devono essere poste nello stesso campo visivo, in modo da poter essere lette senza dover girare il recipiente, e rappresentati in caratteri indelebili e chiaramente distinguibili dall’insieme.

Qui un elenco degli elementi da riportare obbligatoriamente in etichetta:

  • Categoria del Prodotto: costituisce la denominazione (IGT, IGP, DOC, DOP, DOCG) e può essere riportata sia per esteso che in forma ridotta. Se previsto dal disciplinare di produzione si possono menzionare colori e vitigni del vino
  • Menzioni tradizionali: obbligatorie solo per i vini DO e IG, se previste dal disciplinare di produzione (Passito, Riserva, Superiore ecc)
  • Nome o codice ICQRF del produttore e dell’imbottigliatore: ovvero denominazione sociale completa come risulta sulla visura camerale, comprensivo di indirizzo della sede legale e dello stabilimento. Nel caso si trattasse di un produttore che fa imbottigliare il proprio vino da un’altra cantina, è obbligatorio inserire, oltre alla ragione sociale del primo, il codice univoco dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) dell’imbottigliatore
  • Volume alcolometrico: effettivo indicato per unità o mezze unità di % volume, seguito dalla sigla “vol” (Es: 14,5% vol)
  • Indicazione di provenienza: Il Paese di origine del vino (Es: Prodotto in Italia)
  • Annata: obbligatoria solo per i vini DOC e DOCG, ad esclusione della tipologia “Spumante” non etichettato come Millesimato, salvo diverse prescrizioni previste dai disciplinari di produzione
  • Nome e indirizzo dell’importatore: obbligatorio per i vini importati
  • Tenore Zuccherino: obbligatorio per i Vini Spumanti (Es: Dosaggio Zero o Pas Dosé, Brut, Extra Dry, Dolce)
  • Volume nominale: la capienza della bottiglia, espresso in cl, ml o litri. Per questo elemento esiste anche una regola di design: la grandezza del valore nominale all’interno dell’etichetta varia in base alla capienza della bottiglia (fino 5 cl con cifre di altezza minima di 2 mm; tra 5 e 20 cl con cifre di altezza minima di 3 mm; tra 20 e 100 cl con cifre di altezza minima di 4 mm; superiore a 100 cl con cifre di altezza minima di 6 mm).
  • Conformità per gli imballaggi preconfezionati: Il famoso simbolo “℮” presente ed obbligatorio per tutti gli alimenti confezionati. L’altezza minima del carattere deve essere almeno 3mm.
  • Indicazione degli allergeni: la presenza va indicata con il termine “contiene” (Contiene Solfiti) ed è obbligatorio indicarla anche nelle lingue ufficiali degli altri paesi in cui il prodotto è commercializzato, sia UE che extra UE
  • Numero di Lotto: da indicare con una L iniziale, senza punteggiatura (Es: L1234)
  • Marchio di conformità: per il vino biologico o biodinamico deve essere necessariamente approvato e inviato dall’ente certificatore.

Altri elementi obbligatori per l’export:

  • Der Grüne Punkt: adesione al sistema di recupero degli imballaggi, obbligatorio per l’export dei vini in Germania;
  • Divieto alcol in gravidanza: può essere rappresentato anche con il simbolo della donna incinta barrato, obbligatorio per l’export in alcuni paesi come la Francia
  • Unit Drink: simbolo del bicchiere con il numero rapportato a quanti bicchieri si possono consumare in rapporto al titolo alcolometrico effettivo, obbligatorio per l’export in Australia

Inoltre, altri elementi obbligatori potrebbero essere indicati dai vari disciplinari di produzione, bisogna quindi fare ulteriore attenzione ed informarsi, studiandone attentamente i contenuti.

Etichetta Ambientale
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Obbligatoria in Italia dal 01.01.2023, l’etichettatura ambientale è stata introdotta dalla Comunità Europea per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi. Ogni produttore infatti deve indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali utilizzati, attraverso i codici alfanumerici allegati alla Direttiva 97/129/CE, insieme ad un’indicazione che faciliti la raccolta, il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali di cui è composto il packaging.

Chiaramente vale sempre la regola generica che ogni elemento testuale presente all’interno di un’etichetta del vino non può avere un’altezza minore di 1,2mm. Per ovviare a questi oggettivi problemi di spazio e facilitare la lettura dell’utente di tutti gli elementi obbligatori, è possibile riportare le informazioni ambientali su app e siti web, facilmente raggiungibili attraverso l’utilizzo di un codice a barre o di un QR code.

Nota interessante: il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) ha sviluppato un interessante tool per costruire una corretta etichetta ambientale. Basterà registrarsi e rispondere ad un questionario sulla tipologia degli imballaggi usati per ottenere un’etichetta che contenga tutte le informazioni utili al consumatore.

Design
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I produttori moderni di vino sono molto più coraggiosi che in passato: capita sempre più spesso di vedere etichette eccezionali, non convenzionali, ma comunque molto belle ed efficaci.
Esistono tantissimi stili che si possono utilizzare, sempre tenendo conto di target e mercato di riferimento.
Ve ne elenco alcuni:

  • Stile classico: utilizzato spesso da aziende vinicole storiche, che vogliono un look vintage che dà l’idea di alta qualità. Tutto questo viene rappresentato sull’etichetta con font calligrafici e molto aggraziati che suggeriscono tradizione ed eleganza. Si trovano spesso insieme a illustrazioni di un vigneto, e la composizione presenta qualche elemento stampato a caldo (solitamente dorato) che conferisce alla bottiglia un aspetto costoso. Viene anche definita “etichetta alla francese”, proprio perché molte cantine francesi utilizzano questo stile.
  • Stile moderno: questo stile è caratterizzato da immagini, font contemporanei, disegni e colori astratti o forme asimmetriche e motivi geometrici. Molto indicato per colpire i consumatori giovani, può dare risultati davvero inaspettati ed è un ottimo modo per promuovere un nuovo vino o una nuova linea di vini. Spesso il design è accompagnato da rifiniture lucide o in rilievo.
  • Stile minimalista o flat design: questo stile è una delle tendenze tra le più forti. Il Flat Design è caratterizzato per ridurre al minimo ogni elemento, mediante immagini e forme elementari, pochissimo colore e semplici font angolari. A volte può succedere che gli unici elementi visibili sull’etichetta siano il nome del vino o del produttore e il logo. Altri dettagli, come il logo sul tappo della bottiglia o sulla capsula, completano il design delle etichette, anche essi ben studiati.
  • Stile tipografico: potrebbe essere considerato molto simile a quella del design minimal, ma questo stile è caratterizzato dalla totale assenza di illustrazioni o immagini: il font è assoluto protagonista dell’etichetta. Viene spesso utilizzato per una gamma di vini che comprende più tipologie di prodotto.

Font e Colori
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Altro aspetto di grande importanza è il tipo di font che si vuole utilizzare: ne esistono migliaia, ma non tutti sono facilmente leggibili. È bene sceglierlo con cura, in modo che tutti possano leggere anche i testi più piccoli.
Anche i colori sono di fondamentale importanza, ed a seconda dello stile scelto possono dare diverse sensazioni al consumatore.

Supporti e Rifiniture
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Anche in questo caso le possibilità sono infinite: possiamo scegliere tra carta di ogni genere e rifinitura, film plastici colorati o trasparenti, persino la stoffa. A seconda del design che abbiamo scelto, o della sensazione che si vuole evocare nel consumatore, insieme allo stampatore si sceglie il tipo di supporto più giusto per l’esigenza. Le finiture più utilizzate sono senza dubbio la stampa a caldo con lamina e la goffratura. La prima consiste nell’applicare un film metallizzato sull’etichetta, mentre con la seconda si ottengono elementi in rilievo, che offre una piacevole sensazione tattile.

Ma oltre all’aspetto estetico esistono delle variabili più tecniche da considerare quando si sceglie un supporto per l’etichetta. Uno di questi aspetti è la modalità di conservazione del vino. Un vino destinato al frigorifero, o ad essere servito in cestello con del ghiaccio, ha esigenze diverse rispetto ai grandi vini rossi della tradizione italiana, destinati a lunghe conservazioni in cantina. Assicuratevi di trovare il supporto giusto per ogni esigenza.

Conclusioni
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Perché è importante investire tempo e risorse economiche per creare delle etichette personalizzate?

Perché è solo grazie all’etichetta che avete la possibilità di attirare l’attenzione dei consumatori, quindi fatevi scegliere!

Un’etichetta ben fatta rappresenta la carta d’identità del vino, ma è anche un biglietto da visita per l’azienda produttrice. Affidarsi ad un designer professionista che sappia raccontare la storia del vino, che conosce regole e problematiche, è la mossa giusta per fare centro, far conoscere il prodotto e portare grandi risultati.

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